SIGNIFICATO CLINICO
Durante il processo emocoagulativo avviene, ad opera della trombina, la trasformazione del fibrinogeno in fibrina. La fibrina, stabilizzata dal fattore XIII, viene ulteriormente degradata dal sistema fibrinolitico in prodotti di degradazione della fibrina (FDP). I primi frammenti liberati dal processo fibrinolitico sono molto grossi (350-2000 KdA); mano a mano che la degradazione procede i frammenti si fanno sempre più piccoli fino a formare i d-dimeri (due frammenti legati tra loro da un legame covalente). Il dosaggio del d-dimero è utilizzato nella diagnostica delle trombo-embolie.

INDICAZIONI CLINICHE
Trombosi venosa profonda (TVP). Embolia polmonare. Coagulazione intravascolare disseminata (CID).

TIPO DI CAMPIONE
Il paziente si deve sottoporre ad un prelievo di sangue.

PREPARAZIONE
È necessario osservare un digiuno di almeno 8 ore, è ammessa l’assunzione di una modica quantità di acqua.

VALORI DI RIFERIMENTO
0.27-0.50 MICROGRAMMI/ML

NOTE
In corso di embolia polmonare e/o trombosi venosa profonda il test risulta positivo nel 98-100% dei casi (sensibilità intorno al 100%), ma con una specificità piuttosto bassa (50%) dato che numerose situazioni fisiologiche (età, gravidanza) e patologiche (infezioni, tumori, stati infiammatori, infarto miocardico, interventi chirurgici, traumi) possono indurre un aumento del d-dimero. Il test è quindi utile soprattutto nella diagnosi di esclusione dell’evento trombo-embolico. Una positività deve invece essere affiancata dalla valutazione del quadro clinico e da ulteriori indagini diagnostiche.